Firenze risponde allo sciopero per la Global Sumud Flotilla con una grande manifestazione
Il risveglio civico dell’Italia che riscatta l’ipocrisia del governo su Gaza ha un fulcro nella Toscana. FUL era in piazza a Firenze dove si è vista la più partecipata manifestazione civica dai tempi del Social Forum del 2002. Nel resto della regione pure si registra fermento: a Livorno bloccato il porto, a Pisa l’aeroporto e la superstrada FI PI LI, a Prato il centro logistico dell’interporto.
La CGIL a Firenze esulta: “Siamo centomila. Non accadeva una cosa simile dai tempi del Social forum!”. Al di là dei numeri il significato politico della giornata di sciopero del 3 ottobre 2025 è rilevante, con oltre cento cortei e manifestazioni in tutta Italia, da Trieste a Palermo. Grande, grandissima la partecipazione in tutta la Toscana.
La nostra Redazione si è unita al lunghissimo corteo, circa due chilometri, che dalla Fortezza da Basso ha percorso i viali fino a Campo di Marte, lato maratona dello stadio Franchi. Era il percorso della manifestazione dell’European Social Forum 2002 e molti hanno notato che la città non assisteva a una mobilitazione civile di tale portata da allora.

Bloccata la stazione di Santa Maria Novella, bloccati i binari della stazione delle Cure e ancora fumogeni, striscioni, cori e tante anime della società fiorentina tra cui i lavoratori dell’ex-GKN con il loro famoso striscione “Insorgiamo”. Dicevamo, che FUL era in piazza e queste sono solo alcune delle immagini scattate con i nostri smartphone.
Avremmo potuto per un giorno restare in silenzio, non lavorare anche noi oggi in solidarietà con Gaza e la Global Sumud Flotilla spegnendo post e social, ma avrebbe voluto dire il silenzio proprio sulla causa che vogliamo sostenere. La voglia di raccontare questa piazza colorata era tanta, e pure di rispondere alla sgrammaticata accusa della Presidente del consiglio Giorgia Meloni sulla bontà dell’iniziativa della Flotilla. Ci siamo sentiti tirati in causa pure noi, perché il nostro collaboratore Jacopo Bertocchi era su una di quelle navi e perché gli attivisti hanno agito nel rispetto del diritto internazionale per rompere il blocco navale su Gaza.
Ci opponiamo anche alla versione per la quale la marina militare di Israele avrebbe agito nella legalità – le acque in cui è intervenuta per fermare gli attivisti non le appartengono, sono della Palestina – e che ora ci penseranno Trump e Netanyahu a portare la pace.

Infine, vogliamo anche rispondere a chi ci ha accusato via social di non manifestare per il Congo o il Sudan dove ci sono due guerre dimenticate: Israele non è una nazione in guerra civile, bensì il laboratorio della nuova estrema destra mondiale e uno stato sotto giudizio della Corte Internazionale di Giustizia, nonché il simbolo fattuale del sistema capitalista iniquo che semina morte e distruzione del mondo.
Come ha scritto la rivista Jacobin, Gaza è diventata l’emblema di fatto di tutto ciò che non funziona nel mondo. Le persone hanno manifestato in tutta Europa perché hanno visto l’ingiustizia enorme subita dai palestinesi come la forma estrema delle tante ingiustizie che segnano le nostre società.
Un’ultima cosa interessante che abbiamo notato e speriamo sia d’auspicio: e se l’Italia diventasse il laboratorio di convergenza tra i movimenti sociali e i sindacati di base? Sarebbe un bel riscatto per il nostro paese e forse la luce in fondo al tunnel del vuoto politico che stiamo vivendo da troppo tempo.