GIORDANIA: IL VIAGGIO CHE TUTTI DOVREBBERO FARE

Perché questo è un viaggio che tutti dovrebbero fare? No, non perché il National Geographic almeno una volta l’anno dedica la sua copertina a Petra ma perché questo paese è fatto di luoghi incredibili e di persone gentili che faranno di casa loro anche casa vostra.

 
La Giordania è tutto quello che non ti aspetti, è un posto dove ti sorprendi continuamente. È un cammino che non fai solo sulla strada ma anche dentro di te. È una notte solitaria nel deserto a tu per tu con le stelle. E’ una casa accogliente dove pranzi con hummus e olive. E’ il Jafra di Amman, dove fumi narghilè e bevi the alla menta. E’ Jerash, il Wadi Rum e il Monte Nebo. È l’incanto di entrare a Petra. E’ l’eliminazione totale del pregiudizio verso ciò che non conosciamo. È l’atmosfera pacifica di una terra dove il rispetto è un sentimento profondo. È umanità.
Per visitare la Giordania il tempo ottimale è di almeno una settimana: servono cinque giorni pieni per ammirare il suo patrimonio storico oltre che paesaggistico e altre due notti nel Mar Morto per concludere il tour. Vedrete la capitale Amman, l’antica città di Jerash, gli ulivi sacri del Monte Nebo, la maestosità di Petra, la sabbia rossa del Wadi Rum e per finire farete il bagno nel Mar Morto.

Siete pronti a leggere qualcosa che vi farà correre nella vostra agenzia di viaggi?

Il nostro aereo atterra ad Amman e dopo una notte di riposo partiamo per uno dei luoghi più affascinanti della Terra. Stupore, incanto e meraviglia sono le parole che descrivono Jerash. Uno degli esempi della civiltà romana meglio conservati al mondo, è stata soprannominata la Pompei dell’Est. L’antica città si apre a noi con l’Arco di Adriano e si snoda nei suoi teatri, nell’ippodromo, nelle chiese bizantine, nei templi di Zeus ed Artemide, nel Ninfeo e nell’incredibile Foro ancora perfettamente conservato. Jerash con i suoi colonnati, le sue fontane e le sue terme vi conquisterà immediatamente.

Proseguiamo verso Monte Nebo, dove si narra che sia sepolto Mosè. Appena ristrutturato ed inaugurato, il Memoriale dedicato al Profeta offre una vista panoramica sulla Terra Promessa, mosaici perfettamente conservati risalenti al 530 a.C. e un monumento in bronzo che simboleggia la sofferenza del Cristo. Una piccola chiesa guarda verso Gerusalemme, gli ulivi dominano la valle e noi respiriamo davvero l’aria sacra della cristianità.
La nostra strada incontra i mosaici di Khirbet Al-Mukhayyat, gli scavi di Umm al-Rasās e il Castello crociato di Shobak. Vediamo scendere il tramonto sulla valle e poi all’alba sbirciamo fuori dal nostro terrazzo, dietro le montagne si nasconde la città perduta di Petra.

Patrimonio dell’umanità dal 1985 e una delle sette meraviglie del mondo moderno (secondo solo alla Grande Muraglia), Petra è indescrivibile. Parliamo di una maestosa città dei morti in cui tutti gli edifici che vedete sono tombe. Fu rivelata, nuovamente, al mondo nel 1812 da Johann Ludwig Burckhardt a cui era giunta voce che nei pressi del villaggio di Wadi Musa si trovavano, in una sorta di fortezza naturale, delle vestigia straordinarie. Fino a quel momento ci abitavano solo alcuni beduini e i visitatori erano banditi. Burckhardt dovette presentarsi vestito come un pellegrino arabo asserendo di voler sacrificare un agnello al profeta Aronne, la cui tomba si riteneva essere collocata al di là delle rovine e solo con questo espediente gli fu permesso di entrare. Nessuno sa cosa abbia provato il viaggiatore svizzero, però possiamo raccontarvi cosa abbiamo sentito noi. Dopo tanto camminare il canyon si stringe e all’improvviso si apre davanti a noi il Tesoro, El Khasneh. È sconvolgente arrivare qui. Sapete cos’è la Sindrome di Stendhal? Elevatela all’ennesima potenza. El Khasneh è il gigantesco monumento funerario scavato nella roccia per cui tutti conosciamo Petra e una volta qui molti penseranno di aver avuto già la parte migliore, invece questo è solo un assaggio. Le tombe reali e il Monastero sono ancora più suggestive, ma non vi sveliamo altro.
Il Wadi Rum: sabbia rossa e geroglifici incisi nella roccia, dune e strapiombi. Un 4×4 vi porta tra le sue architetture naturali fino ad un gruppo di tende dove ad aspettarvi c’è un the alla menta appena preparato. Il Sole sta tramontando, risalite sulla jeep e vi dirigete verso il campo tendato per trascorrere una delle notti più belle della vostra vita. Cenate seduti su dei tappeti, vedete scendere la notte e rimanete ad ammirare le stelle. Tutte le luci si spengono, non ci sono rumori. Solo voi e il deserto. Solo voi e i vostri pensieri.

Dopo cinque giorni un po’ impegnativi c’è bisogno anche di un po’ di relax perciò concedetevi un paio di notti in un resort del Mar Morto. Non c’è nulla da vedere, solo riposo riposo riposo. Mens sana in corpore sano.

 
A chi ci chiede se un viaggio in Giordania sia pericoloso rispondiamo con i visi e soprattutto con i sorrisi delle persone che ci hanno accompagnato in questo viaggio. A chi ci domanda se ne valga la pena raccontiamo le sensazioni che abbiamo provato a Jerash e a Petra oppure correndo su un 4×4 nel Wadi Rum e galleggiando nel Mar Morto. A chi ci interroga su cosa vedere parliamo della sacralità del Monte Nebo e dei mosaici di Khirbet Al-Mukhayyat. La Giordania ha il fascino di un mondo lontano e l’incanto di una terra magica. La Giordania vi regala emozioni che pochi luoghi al mondo suscitano.
 
Federica Gerini