Santa Maria Nuova: la prima scuola chirurgica della Toscana

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Un documento inedito dimostra che la più antica scuola di chirurgia toscana aveva sede proprio a Firenze, in barba ai senesi! Intervista allo storico Francesco Baldanzi.

La prima scuola chirurgica della Toscana è sorta all’ospedale di Santa Maria Nuova. Lo testimonia un documento inedito conservato all’Archivio di Stato di Firenze e scoperto dallo studioso di scienze storiche Francesco Baldanzi. 

Francesco Baldanzi, di che documento si tratta? Perché è così importante?

Finora si pensava che la più antica scuola chirurgica toscana fosse quella senese dell’ospedale di Santa Maria della Scala (attestata intorno al 1599) dato che non si era riusciti a trovare documenti della scuola fiorentina anteriori al 1630. I nuovi reperti emersi invece, spiegano che a Santa Maria Nuova esisteva una scuola chirurgica già negli anni Ottanta del Cinquecento. Si tratta della testimonianza di un giovane chirurgo che aveva passato quattro anni, come apprendista, in Santa Maria Nuova a imparare il “cerusico”: non tutti sanno infatti che all’epoca ci si esercitava alla chirurgia a partire dagli 11 anni, cioè alla stessa età degli apprendisti che entravano nelle botteghe artigiane. Questo documento è importante anche perché testimonia l’interesse e l’attenzione del potere politico verso la questione della sanità pubblica e della figura del medico, per così dire, “professionista”. 

 

Cosa intendi per medico “professionista”?

Santa Maria Nuova

Al tempo, molti erano i “medici improvvisati”, che si basavano sulla loro esperienza diretta: oltre alle università non c’erano molte scuole di formazione, e ancora meno per l’insegnamento pratico, così spesso i medici e i chirurghi si facevano le ossa sul campo, in particolare negli ospedali, luoghi di morte più che di guarigione. Si era rotto da poco con la tradizione galenica, grazie all’opera di Andrea Vesalio, e la nuova concezione moderna della medicina guardava al corpo come a una specie di fabbrica. Dopo la prima metà del Cinquecento, iniziano a reperirsi i primi testi di farmacopea “moderna” e il primo è attestato a Firenze negli ultimi anni del Quattrocento, il così detto Ricettario fiorentino, che più volte fu aggiornato ed edito sotto la dinastia dei Medici. La prova della presenza di una scuola di chirurgia, e le numerose norme di regolamentazione della professione, fanno supporre che Firenze, molto all’avanguardia rispetto al periodo e alle città rivali, volesse gestire in maniera attenta la questione, arginando il più possibile l’abusivismo medico. 

Erano anni importanti dal punto di vista delle scoperte e degli studi anatomici, giusto?

Assolutamente. In questo periodo, sono molti gli approfondimenti sul corpo umano: si ricorre spesso alla dissezione dei cadaveri, generalmente quelli di prigionieri condannati o di persone indigenti, per fare indagini e operazioni. Sono anni fondamentali per il progresso della scienza e questo documento sembra confermarlo. 

Ma, all’epoca, cosa era esattamente Santa Maria Nuova?

Oltre a un ospedale e alla sede della scuola di chirurgia, era il luogo in cui i medici laureati venivano a “impratichirsi”. Il Santa Maria Nuova era riconosciuto come uno dei migliori ospedali della Toscana dato che già nel Medioevo aveva una sua “medicheria”. Inoltre, da altre evidenze, appare chiaro che la sua fama fosse già internazionale: numerosi sono i casi di studiosi di medicina che da Paesi oltre confine giungevano a Firenze per imparare e fare pratica. 

Un progetto molto bello, pensi di continuare a occupartene in futuro? 

proseguire ricerche su Santa Maria Nuova risponde anche alla curiosità che l’ospedale sta suscitando nel panorama cittadino; grazie al lavoro dell’omonima fondazione è stato valorizzato sia il ricco patrimonio artistico sia la storia dell’istituzione ospedale con un percorso museale di recente apertura e regolari cicli di conferenze.
Chissà cosa emergerà da ulteriori ricerche… una cosa è certa Firenze a cavallo tra Cinquecento e Seicento, in lotta tra tradizione e innovazione, tra luci e ombre è un soggetto sempre e comunque interessante.

Articolo a cura di Rita Barbieri