L’imprenditore fiorentino Tommaso Grasso apre le porte dei suoi spazi dove vivere momenti straordinari, per conoscere la città a piccoli passi. Viaggiando fuori dal turismo.
Turisti a Firenze: arrivano con fracasso. Dal casello doganale, l’aeroporto, dalla tangenziale, in ferrovia, a vagonate, con ogni trasporto. Invadono strade, musei, chioschi, mangiano dappertutto. Poi si intristiscono, lì tra le vetrine illuminate del centro, a sera tardi non ancora rincasati, sbronzi contro i neon delle boutique, si guardano tutto intorno e tutto fotografano, senza vedere niente.
“Sottoprodotto della circolazione delle merci, la circolazione umana considerata come un consumo, il turismo, si riduce fondamentalmente alla facoltà di andare a vedere ciò che è diventato banale” (Guy Debord).
E Firenze porge il fianco, ogni strapuntino è ricovero pronto a contenere, immagazzinare turisti. La città piegata all’invasione perde ogni anno vecchi residenti per lasciare spazio al turistodromo maleducato. Qualcuno sente l’odore di questo ammollimento, di questo inizio di deriva. È un assalto che una volta subito non si sa più come ritrovarla, la città.
Sebbene al giorno d’oggi con i viaggi all inclusive si raggiungono luoghi di vacanze ignorandone quasi l’ubicazione geografica, è pur esistito un tempo in cui non si viaggiava per turismo, ma per sviluppare le proprie capacità intellettive e crescere culturalmente. Il Grand Tour era un lungo viaggio nell’Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea a partire dal XVII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere. Questo viaggio poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni. Viaggiare. Partire. Forse tornare.
La differenza tra il turista e il viaggiatore, diceva un tale, è la seguente: il turista ha già il biglietto per il ritorno in tasca. Il viaggiatore non considera importante l’idea del ritorno.
Raccontiamo ai nostri lettori una storia lunga 22 anni, quella dell’imprenditore Tommaso Grasso, in città per garantire attenzione ai viaggiatori, per offrire certezza nell’incertezza: un’ospitalità riservata, un’accoglienza appassionata, grazie alla ricerca e l’attenzione del nutrito staff di 42 persone pronte ad accogliere nel senso più nobile. A Firenze, Tommaso ha posto il suo baluardo su un lato del fiume, forse l’osservatorio più privilegiato della città, con vista sospesa sul fiume Arno di fronte al Ponte Vecchio, gli Uffizi, il Corridoio Vasariano…
L’attenzione per la ricerca meticolosa della qualità l’ha appresa dal padre, che negli anni Settanta ha aperto un’azienda di distribuzione alimentare, la Firenze Alimentari. Anche l’amore per l’ospitalità viene dalle origini, non quelle fiorentine, l’altra metà, che viene dal sud Italia.
Così Tommaso ha creato la sua dimensione unica: dal Ristorante, alla Suite, alla Cantina, da poco anche la Forneria. Spazi dove poter vivere momenti indimenticabili. Il ristorante è il Golden View: il nome garantisce le aspettative di una visione dorata da dentro e fuori le sale, dove 18 anni fa è stata allestita una grande mostra di Sandro Chia con bozzetti e grandi oli, da allora si sono susseguiti nelle sale attori, registi, pittori, opere, quadri (recentemente, anche un Jack Vettriano), sculture, ceramiche…; c’è poi la Cantina di Via dei Bardi, tra le più fornite di Firenze, con le migliori introvabili etichette, ciascuna con la sua storia (notevole quella dell’acquisto da un collezionista, di un Sassicaia ’98 scambiato in Autogrill, a rendere epica la bottiglia più di quanto non lo sia già), la conoscenza, la passione per la tradizione e il territorio.
Infine, uno straordinario luogo dove appartarsi, un piccolo appartamento appunto, ufficialmente una suite, una stanza, forse più una casa, che offre qualcosa di meno del classico albergo super lusso per turisti, e qualcosa di più per chi intende vivere elettivamente la città e l’esperienza del viaggio, la chiameremo la “Grand Tour Suite”, in cui merita soggiornare.
Un nido di 50 mq con vista mozzafiato realizzato per amore, quello di un facoltoso commerciante di diamanti arabo per una gioielliera del Ponte Vecchio, ristrutturato dai maestri artigiani dell’Oltrarno, affrescato dai sapienti madonnari fiorentini, con caminetto, letto a baldacchino, boiserie, mobili su misura artigianali e d’antiquariato e terrazzo panoramico. Uno scrigno sospeso sullo scorrere del fiume dove risiedere in bellezza e silenzio e da cui, nelle notti più ispirate, si vocifera sia possibile sentire i passi del Vasari…
La suite è dotata di una cucina, per dare la possibilità agli ospiti di organizzare eventi o cene private avvalendosi degli chef del ristorante Golden View: che sia di mare, di terra o vegetariano, ogni piatto racconta la sua storia e il suo legame con il territorio. Un vero ambiente polivalente, dove regalare emozioni ed esperienze uniche: una notte romantica, un evento privato, cene speciali o proposte di matrimonio o anniversario. Nel viaggio, l’importante è mettersi a disposizione degli eventi: il premio del viaggio è l’incontro e al Golden View questo incontrarsi diventa esperienza irripetibile.
Foto di Niccolò Leone.