Ma perché? Come è accaduto tutto questo?
Michelangelo Merisi nasce a Milano, oppure a Caravaggio, ancora si dibatte sulla questione che però ha poca importanza, ciò che conta è che il paese bergamasco di Caravaggio fa parte della sua infanzia e sarà decisivo per il soprannome con cui tutto il mondo lo conoscerà.
Viene alla luce nel 1571, un anno decisivo nella storiografia, l’anno della battaglia di Lepanto, scontro tra la Cristianità ed i turchi, gli alleati infliggono una sconfitta agli Ottomani che sarà decisiva per la definitiva fine del dominio turco nel Mediterraneo, una vittoria schiacciante che ha contorni politici e religiosi.
La religione stessa vive un momento di assestamento, di divisioni e supremazie, di reazioni e dimostrazioni di potenza; siamo in piena “Controriforma”, Lutero ha scosso l’Europa fratturando un mondo in subbuglio, nei paesi cattolici, l’osservanza delle regole e la conoscenza della Bibbia e del Vangelo sono un’ossessione, ed ogni ossessione provoca irrefrenabili trasgressioni: in questo complesso costrutto sociale nasce e cresce Caravaggio.
Si forma a Milano, nella bottega dell’artista Peterzano, che si diceva allievo di Tiziano, sarà lui a pronunciare la perentoria frase: “Per essere un pittore devi conoscere i colori e le Sacre Scritture”.
Dopo un periodo di apprendistato si sente pronto per approdare a Roma, cuore pulsante dell’arte, città che vive un momento di furore e devozione, dove si commissionano opere mastodontiche e si consumano crimini indicibili. In quegli anni, la capitale, ha una popolazione di circa 60mila abitanti, di cui ben 7mila sono carcerati che entrano ed escono dalle 5 prigioni presenti in città.
Roma è un enorme teatro di sfarzosi mecenati e ricchi committenti, ma anche di liti ingiuriose e sfide a duello, terribili contenziosi che si risolvono nel sangue, come vedremo.