Elisa Morucci “Vedere l’Invisibile” Un suggestivo viaggio nell’immaginario della scultrice fiorentina, alla riscoperta del “sacro” nell’arte

elisa morucci

elisa morucci
Generazioni (partic.)
   2020

E in te come è avvenuta questa trasformazione? 

Per emanciparmi da caratteristiche che facilmente scadevano in “manierismi” fini a sé stessi che mi facevano sentire al sicuro ma non mi permettevano di esprimermi liberamente ha giocato un ruolo fondamentale, al pari della scoperta e lo studio approfondito dei molti movimenti artistici del passato – che hanno via via cercato di scardinare certi confini – la frequentazione di culture e pratiche lontane dalla nostra, erroneamente definite “primitive”. Queste, mi hanno permesso di trovare e dare voce a quella componente ancestrale, insita dentro di me, e allo stesso tempo dare forza e prendere consapevolezza, di una parte del mio inconscio popolato di simboli potenti e terribili, che altrimenti sarebbe stato impossibile gestire e tentare di portare nella materia. Allo stesso modo, durante il lavoro, mi sono commossa, vedendo lo spirito diventare materia. Poi proseguire nella sperimentazione, diventa un’esigenza. Sono percorsi meravigliosi e insidiosi al contempo, che certamente non s’improvvisano e necessitano del giusto tempo per dare i loro frutti.

Nella tua figura si fondono le due essenze dell’artista: la maestria artigiana e la capacità di narrare un messaggio tramite simboli e metafore. Credi che le due componenti siano vincolanti l’una per l’altra o che una abbia un’importanza maggiore per l’artista?

La capacità di narrare un qualsiasi messaggio attraverso simboli o metafore, accompagnata da una scarsa preparazione tecnica, limita molto le possibilità espressive di un’artista; per questo acquisire padronanza nella pratica è basilare per supportare il concetto che si vuole esternare (a meno che non ci si faccia fare il lavoro da qualcun altro); d’altro canto, la più grande maestria artigiana, senza la capacità di raccontare, senza quella scintilla che spinge a creare, si esaurisce a una grande maestria artigiana, dunque per me le due cose sono indissolubilmente legate. 

elisa morucci
Una suggestiva immagine della scultrice Elisa Morucci nella Vasca di Bagno Vignoni, in Val   d’Orcia, insieme a “It’s long way to the top”

Ma vorrei fare un’ulteriore considerazione in merito, se mi permetti. Ciò che importa veramente è indagare la propria natura, conoscere sé stessi indagando in profondità, capire che tipo di percorso si vuole intraprendere, cosa vogliamo acquisire e cosa vogliamo lasciare agli altri. In Grecia, nel periodo antico, lo scultore neanche firmava il suo lavoro, non c’era proprio il concetto di creazione artistica, tutto era funzionale al “canone di perfezione” che si rispecchiava nella morale. Oggi molti artisti sono un marchio e più che il loro lavoro, sembra importi cosa firmano. L’arte è indissolubilmente legata alla società nella quale opera; con il proprio lavoro un’artista può contribuire alla sua evoluzione o alla sua involuzione. Seguendo la linea di pensiero del consumismo estremo e del profitto, molta arte contemporanea gioca e si serve letteralmente delle pulsioni delle persone, facendo leva sui loro desideri più immediati.